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La notte in cui tutto cambia per sempre è una notte di ghiaccio e nebbia ad Avechot. Forse è stata proprio colpa della nebbia se l'auto dell'agente speciale Vogel è finita in un fosso. Un banale incidente. Vogel è illeso, ma sotto shock. Non ricorda perché è lì e come ci è arrivato. Eppure una cosa è certa: l'agente speciale Vogel dovrebbe trovarsi da tutt'altra parte, lontano da Avechot. Infatti, sono ormai passati due mesi da quando una ragazzina del paese è scomparsa nella nebbia.
Incontrare un nuovo scrittore è un po' come nella vita reale quando uno sconosciuto ci viene presentato e ci ritroviamo con un misto di sensazioni contrastanti che vanno dalla umana diffidenza alla più femminile curiosità. Quando ho deciso di leggere La Ragazza Nella Nebbia mi sono approcciata al romanzo come si fa dopo aver dato il via ad una sfrontata scommessa, pronta ad uscirne vittoriosa o altrimenti sconfitta e con quella naturale, piccola paranoia da delusione dietro la pagina che inevitabilmente fa parte di noi spregiudicati lettori. Per quanto mi riguarda - scevra da paragoni con i suoi precedenti lavori - posso assolutamente affermare che scoprire Carrisi è stata una vittoria da ogni singolo punto di vista.
Ha catturato la mia attenzione e la mia vivida curiosità fin dal principio, presentando quell'alternarsi tra passato e presente che rappresenta un mio oltremodo dichiarato punto debole, tale da permettermi di entrare immediatamente in sintonia con l'anima del romanzo. Attraverso le sue pagine, Carrisi traduce nero su bianco una non velata critica a quell'insensato quanto crudele circo mediatico che viene a crearsi intorno ad un crimine; abbracciandone ogni sua piccola ed oscura sfaccettatura, creando un vero e proprio show fatto di interviste pressanti e al limite della decenza, di piccoli giochi di potere e di audience andando contro ad ogni sentimento di umana compassione e generale rispetto.
Una realtà che, purtroppo, è davanti ai nostri occhi quasi quotidianamente e su cui Carrisi pone l'accento attraverso le parole, i gesti e le intenzioni del suo quanto mai controverso protagonista: l'agente speciale Vogel. Teatro della vicenda è un paesino praticamente sconosciuto dove - nel silenzio di una piccola comunità fatta di tradizioni, evidenti diffidenze e un fragile senso di incerta perfezione - la giovane Anna Lou scompare all'improvviso, senza lasciare traccia di sé ed immergendo quella piccola realtà di montagna in un chiaro senso di impotenza e di reciproca colpevolezza.
La ragazzina invisibile, quella che puoi osservare a distanza senza destare sospetti.
Quella che puoi portare via in una sera d'inverno, a pochi passi da casa sua,
senza che nessuno si accorga di nulla.
Quella che puoi portare via in una sera d'inverno, a pochi passi da casa sua,
senza che nessuno si accorga di nulla.
Ed è qui che entra in gioco la vera natura dell'agente speciale che si palesa immediatamente come un personaggio tutt'altro che facile da digerire. Vogel è un uomo fin troppo sicuro di sé, espressione di tracotante supponenza che viene messa in risalto da un ego decisamente sproporzionato. Vogel non è un uomo della giustizia, non dà affatto peso alle prove evidenti che porterebbero alla soluzione di un caso già di per sè controverso e quanto mai delicato. Vogel non cerca la verità, non pone l'accento sulla vittima. Vogel è alla disperata ricerca del mostro. Qualunque ne sia il prezzo. Chiunque esso sia.
E l'unico modo per farlo è creare attorno a sé quel circo mediatico che desta morbosa curiosità nell'attento spettatore, seguita inevitabilmente da richieste pressanti di risposte e forzate verità, anche andando ben oltre il lecito. Senza dubbio, La Ragazza Nella Nebbia presenta tutti i punti di forza necessari per suscitare nel suo lettore un vortice di emozioni contrastanti che vengono toccati e percossi durante tutta la narrazione; ma questo romanzo - grazie allo stile linguistico diretto, crudo e lineare di Carrisi - va ben oltre il suo genere. Attraverso la storia narrata ed i suoi caratteristici protagonisti che prendono progressivamente il sopravvento, viene mostrata chiaramente la corruzione e la superficialità della società contemporanea. Quella che viene raccontata da Carrisi non è altro che la cruda realtà in cui ogni giorno ci affacciamo da curiosi spettatori, senza realmente comprendere o senza voler nemmeno immaginare lo straziante dolore provato da chi vive sulla propria pelle e attraverso silenziose lacrime la perdita di una persona amata che, forse, non tornerà più. Carrisi mi ha conquistata, nulla da aggiungere.
Partendo da un'avvolgente ed iniziale curiosità mi sono lasciata sopraffare dalle vicende e dalla vivida realtà scaturita attraverso parole semplici ed essenziali, capaci di attirare il lettore al centro di un tornado di emozioni fatto di dubbi, di incomprensioni, di teorie e di immediate smentite. Mi sono sentita al centro dell'azione. Costantemente sul pezzo, certa di riuscire quasi a superare in astuzia il nostro atipico protagonista; per poi essere improvvisamente catapultata in una realtà sostanzialmente incomprensibile che si è dissolta lentamente di fronte ai miei increduli occhi, proprio come una pesante coltre di nebbia in attesa che il sole prenda giustamente il posto che merita. Le ultime cento pagine sono state divorate spinta da una frenetica curiosità, seguita da un'irrefrenabile bramosia di sapere, conoscere e comprendere quello che fino ad allora mi era inconsapevolmente sfuggito. Mi sono trovata letteralmente col fiato sospeso!
Io, purtroppo, ho trovato interessantissime le riflessioni di base, ma prevedibile - anche fiacco - il giallo. Il Carrisi che mi è piaciuto di meno, anche se lui mi piace sempre.
RispondiEliminaHo letto la tua recensione! E comprendo il tuo punto di vista.. credo che la differenza sia dovuta al fatto che io non ho letto nessun libro precedente, quindi fare eventuali paragoni mi risulta impossibile. Ma credo proprio di rimediare a breve...
EliminaCiao! Me l'hanno regalato oggi per il compleanno e tu proprio oggi hai postato la recensione, se non sono coincidenze queste! :D Dalla tua recensione mi sembra di aver capito che ha le carte in regola per rapire la mia attenzione ed affascinare... Poi vedremo quando scriverò la mia recensione come mi sarà sembrato! :D
RispondiEliminaGrazie per essere passata..
EliminaDevo dire che questo ultimo di Carrisi mi ispira un sacco e sentirne parlare così bene mi fa ben sperare *_* il mio unico problema è che ero rimasta un po' delusa dal finale de Il suggeritore dunque questa cosa mi mette un po' in ansia di fronte al pensiero di leggere altro di suo... ce la posso fare però :P
RispondiEliminaPer me è stato il primo incontro con Carrisi. Decisamente positivo. Sono curiosa a questo punto di farmi una mia idea su Il Suggeritore..
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