L'ESORCISTA di William P. Blatty
427 pagine | €13.30 cartaceo
Fazi Editore | Link Affiliato Amazon
Che cosa succede alla piccola Regan, trasformatasi in un mostro blasfemo che urla oscenità e frasi sconnesse? Sua madre, la famosa diva del cinema Chris MacNeil, non riesce a capirlo. Né ci riescono i medici e gli psichiatri né la polizia. Forse solo un esorcista può dare una risposta. Ma la Chiesa impone cautela, esige prove, chiede tempo. Intanto la casa risuona di colpi, i mobili si spostano da soli, un uomo muore con il collo spezzato, il fragile corpo di Regan sembra cedere alla tempesta che lo sconquassa. E lo scontro tra l'uomo di Dio e gli spiriti del Male sembra ormai inevitabile.
Quando ho deciso di leggere questo romanzo, già sapevo a cosa andavo incontro. Come probabilmente la stragrande maggioranza di voi avevo già visto il film un po' di anni fa; un film che definirei più raccapricciante - soprattutto in riferimento a determinate scene - che spaventoso, ma che indubbiamente rappresenta una pietra miliare della storia cinematografica moderna e contemporanea. Il romanzo lo è in egual misura, anzi, per quanto mi riguarda, Blatty - attraverso l'uso di oculate e ricercate parole - facendo leva sull'immaginazione del suo lettore, rende L'Esorcista uno dei libri più coinvolgenti e sconvolgenti mai scritti! Un romanzo capace di toccare le corde più profonde e sensibili dell'umana convinzione. Quelle corde più scoperte ed impressionabili, tali da condurre il lettore verso una lettura smaniosa, vorace e quanto mai frenetica sino al suo oscuro epilogo.
Come l'improvviso e fugace bagliore di soli che esplodono viene registrato soltanto nebulosamente
dalle pupille di chi ha perso la vista, così l'inizio dell'orrore passò quasi inosservato
Andando ad analizzare il romanzo senza focalizzarmi troppo sulla trama che indubbiamente conosciamo ampiamente, il primissimo fattore che mi preme sottolineare e che mi ha portato ad una lettura quasi famelica è stata la profonda conoscenza della tematica portante della narrazione unita a riferimenti storici, culturali e religiosi che mi hanno sostanzialmente rapita nel loro vortice di misticità ed autentica umana curiosità. Il lavoro portato avanti da Blatty è percepibile in ogni singola parte del romanzo, senza mai perdere quel ritmo incalzante che caratterizza L'Esorcista, andando a stuzzicare il lettore e la sua innegabile immaginazione che trova in questo romanzo un terreno ben fertile e da coltivare in ogni singolo periodo. Altro punto di forza di questo romanzo sono i personaggi che trovano il loro posto naturale nel frenetico corso degli eventi; dove la psicologia dei singoli viene presentata ed affrontata da Blatty in modo preciso e controllato, andando a scandagliarne fragilità ed impotenze attraverso una descrizione pulita, cruda ed oggettivamente magistrale. Il personaggio che più mi ha colpito - personaggio che invece nel film percepivo quasi marginale - è quello di Chris McNeil, madre di Regan e attrice di successo. Attraverso la narrazione assistiamo al suo incontrovertibile cambiamento dinanzi alla vita e alle sue sicurezze che cominciano lentamente a sgretolarsi, passo dopo passo.
Da atea convinta non riesce dapprima ad accettare quanto sta accadendo alla sua dolce ed innocente bambina fino al momento in cui si trova a dover affrontare a a viso aperto quella cosa che sicuramente non può essere sua figlia! Ed è proprio per mezzo delle sue contrastanti emozioni, delle sue profonde paure e di quella agghiacciante, fredda e distruttiva impotenza che viviamo ogni cambiamento di Regan. Regan che da teorica protagonista per gran parte della narrazione arriva a noi come riflesso di una madre impotente, sconvolta ed incapace di proteggere chi più al mondo ama. Personaggio controverso ed affascinante è Padre Karras, uomo di chiesa ma con una forte crisi di fede che, fino all'ultimo e all'innegabile evidenza, non riesce ad ammettere di essere dinanzi ad una possessione demoniaca, quasi rifiutandola con eccessiva ostentazione, forse per paura o per un impercettibile senso di colpa che lo stesso non è capace di decifrare.
L'ossessione si manifesta soprattutto negli assurdi, insignificanti rancori, nei malintesi,
nella parola crudele e tagliente che sale alle labbra involontariamente in una discussione tra amici.
Se di queste piccole cose ne mettiamo insieme un bel po', non abbiamo nessun bisogno
dell'intervento di Satana per fomentare le nostre guerre.
Descrivere questo romanzo come un horror credo che sia quanto mai riduttivo. Senza dubbio le scene - rese oramai celebri dalla sua trasposizione cinematografica - vengono descritte con una forte attenzione ai particolari tali da raggiungere ed attivare ogni singolo senso umano, portandole fino ad un piano effettivamente molto realistico. Questo certamente potrebbe spaventare un lettore particolarmente suscettibile. Ma quello che mi ha affascinato in modo particolare è stata la maestria dimostrata da Blatty per tutta la durata della narrazione nel riuscire ad incastrare perfettamente tematiche quantomai complesse come la fede e la superstizione, l'autentica disperazione e la più profonda angoscia, l'ignoto e la scienza, l'amore e l'odio, il silenzio senso di colpa ed il desiderio di riuscire ad essere perdonato. Ogni singola sfaccettatura ci viene accuratamente descritta senza mai perdere il ritmo che l'autore è riuscito ad imprimere nero su bianco fin dalle prime pagine.
L'incapacità di chiudere il libro senza voltare prima un'ulteriore pagina, la bramosia nel conoscere pur sapendo quale sarebbe stato l'inevitabile epilogo della narrazione e la crescente curiosità, nascosta tra le righe del romanzo, porta il lettore a divorare ogni singola pagina fino a tirare quel tanto agognato sospiro di sollievo. In conclusione, questo romanzo è riuscito a conquistarmi in maniera piena e totale, presentando tutte le caratteristiche necessarie ad ammaliare il lettore e a condurlo nella sua intricata ed affascinante rete. Confesso a voi che, da qualche anno a questa parte, mi sono trovata a voler conoscere più in profondità la tematica degli esorcismi, anche leggendone trattati e testi contenenti resoconti e riferimenti, ma anche dubbi e perplessità. Ne L'Esorcista è possibile ricavare facilmente anche molti di tali riferimenti che mi hanno portato ad essere ancora più coinvolta nella storia e nelle controverse e da sempre discusse tematiche che vengono affrontate dall'autore con conoscenza, rispetto e doverosa cautela.
Il film è un capolavoro immancabile. Il libro l'ho comprato a un mercatino, in un'edizione vecchia ma bella, e mi hai ricordato che devo leggerlo prestissimo!
RispondiEliminaEssendo una vecchietta, leggendo questa recensione mi hai fatto tornare in mente quando lo lessi io... mi mise talmente tanta angoscia che mi svegliai alle 5 del mattino per finirlo! XD
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