CARAVAL di Stephanie Garber
429 pagine | €15.30 cartaceo
Rizzoli | Link Affiliato Amazon
Il mondo, per Rossella Dragna, ha sempre avuto i confini della minuscola isola dove vive insieme alla sorella Tella e al potente, crudele padre. Se ha sopportato questi anni di forzato esilio è stato grazie al sogno di partecipare a Caraval, uno spettacolo itinerante misterioso quanto leggendario in cui il pubblico partecipa attivamente; purtroppo, l'imminente, combinato matrimonio a cui il padre la sta costringendo significa la rinuncia anche a quella possibilità di fuga. E invece Rossella riceve il tanto desiderato invito, e con l'aiuto di un misterioso marinaio, insieme a Tella fugge dall'isola e dal suo destino... Appena arrivate a Caraval, però, Tella viene rapita da Legend, il direttore dello spettacolo che nessuno ha mai incontrato: Rossella scopre in fretta che l'edizione di Caraval che sta per iniziare ruota intorno alla sorella, e che ritrovarla è lo scopo ultimo del gioco, non solo suo, ma di tutti i fortunati partecipanti. Ciò che accade in Caraval sono solo trucchi ed illusioni, questo ha sempre sentito dire Rossella. Eppure, sogno e veglia iniziano a confondersi e negare la magia diventa impossibile. Ma che sia realtà o finzione poco conta: Rossella ha cinque notti per ritrovare Tella, e intanto deve evitare di innescare un pericoloso effetto domino che la porterebbe a perdere Tella per sempre.
Stupore e meraviglia: questo è Caraval. Queste sono state le due sensazioni che mi hanno accompagnato durante la lettura del romanzo della Garber e non mi hanno mai abbandonata fino alle ultime pagine. Quando ho deciso di leggere Caraval, infatti, non mi aspettavo una storia così fantastica, al limite del surreale ed in grado di catturare immediatamente l'attenzione. Non mi aspettavo che Caraval fosse in grado di gestire magistralmente generi apparentemente inconciliabili, creando un'atmosfera di pathos, incertezza e intima inquietudine che si respira in ogni angolo, in ogni sguardo, in ogni parola.
Una storia che vive sul filo del rasoio tra realtà e finzione in grado di intrecciarsi in modo realistico e coerente, costruendo una trama fitta ed intricata che affascina e coinvolge, senza sforzi. Il dubbio è motore principe dell'intera narrazione. Una storia che la Garber ci presenta con astuzia ed intelligenza narrativa al punto da spingere il lettore a dubitare di ogni suo più piccolo elemento fino ad indurlo a formulare ipotetiche congetture - poi distrutte nel giro di qualche secondo - inevitabilmente rapito da una scrittura impulsiva, ipnotica e magica.
Potrei descrivervi Caraval come un palcoscenico in continua evoluzione e, per sua stessa definizione, dinamico ed inafferrabile dove ogni personaggio è chiamato ad interpretare un ruolo che mai sarà chiaro al lettore se non alla parola finale. La Garber, infatti, ci regala una creazione narrativa unica e stupefacente, bizzarra ed originale in grado di giocare con le mille e più sfumature della mente umana che non smette mai di sorprendere, ma anzi affascina ed emoziona in modo sempre nuovi e diversi. Ed in questo gioco silenzioso e quanto mai distruttivo, fondamentale è l' apporto psicologico che la Garber intrattiene con il suo lettore e sospinge con le dovute curve a gomito per l'intera narrazione, senza mai perdere contatto con interesse e curiosità, rivelando sotto questo aspetto un'innegabile spregiudicatezza e maturità narrativa. La stessa attenzione che viene riservata ai personaggi che popolano il mondo multicolore di Caraval in grado di regalare sfaccettature dell'animo umano che lascia meravigliati, confusi, senza parole.
Rossella e Donatella così come Julian e l'inafferrabile Legend sembrano quasi uscire dalle pagine e creare davanti ai nostri occhi giochi di luci e colori che evidenziano - se ancora ce ne fosse bisogno - l'estrosità stilistica della Garber che, in questo genere, sa decisamente quali corde sfiorare e quali tendere fino all'ultimo secondo. La Garber gioca abilmente con la parte più oscura ed affascinante della nostra mente mettendo in evidenza luci ed ombre di un gioco - perdonate la doverosa ripetizione - subdolo e meschino che colpisce, affascina e coinvolge fin dalle primissime battute. E a coinvolgere, in prima persona, è proprio quel personaggio che dovremmo definire come il cattivo della storia. Legend nel suo essere etereo e inafferrabile, perfido ed imprevedibile in grado di affascinare e spaventare, attraente e pericoloso come una potente calamita a cui siamo destinati a correre incontro, impotenti.
Ringrazio la casa editrice per la copia cartacea del romanzo
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