SO CHE UN GIORNO TORNERAI di Luca Bianchini
264 pagine | €18.00 cartaceo
Mondadori | Link Affiliato Amazon
Angela non ha ancora vent'anni quando diventa madre, una mattina a Trieste alla fine degli anni Sessanta. Pasquale, il suo grande amore, è un “jeansinaro” calabrese, un mercante di jeans, affascinante e già sposato. Lui le ha fatto una promessa: “Se sarà maschio, lo riconoscerò”. Angela fa tutti gli scongiuri del caso ma nasce una femmina: Emma. Pasquale fugge immediatamente dalle sue responsabilità, lasciando Angela crescere la bambina da sola insieme alla sua famiglia numerosa e sgangherata. I Pipan sono capitanati da un nonno che rimpiange il dominio austriaco, una nonna che prepara le zuppe e quattro zii: uno serio, un playboy e due gemelli diversi che si alternano a fare da baby sitter a Emma. Lei sarà la figlia di tutti e di nessuno e crescerà così, libera e anticonformista, come la Trieste in cui vive, in quella terra di confine tra cielo e mare, Italia e Jugoslavia. Fino al giorno in cui deciderà di mettersi sulle tracce di suo padre, e per lui questa sarà l’occasione per rivedere Angela, che non ha mai dimenticato.
Oggi si apre ufficialmente il nostro nuovo anno insieme.
So che un giorno tornerai non è altro che un desiderio inarrestabile che riscalda il cuore maltrattato di Angela ed Emma. Sono due ragioni in apparenza molto diverse a spingere madre (prima) e figlia (poi) alla ricerca quasi ossessione e incredibilmente testarda della propria identità e di quel pezzo di cuore che, pur mancante, continua a battere, nonostante tutto. Se Angela a soli venti anni decide di scappare di fronte ad un destino di madre che non ha mai sentito veramente suo, Emma è cresciuta con l'assurda idea di essere sbagliata, privata dell'amore materno per qualcosa che chiaramente non può cambiare e arrivando fino a compiacere quella donna sconosciuta, sfuggente ed egoista. Luca Bianchini ci racconta una storia familiare che potrebbe essere mia quanto vostra. Uno stralcio di vita vissuta che, spinta da una scrittura fluida e piacevole, si fa forte di una spontaneità che coinvolge unendo, all'occorrenza, leggerezza e puntuale ironia. Tra le sue pagine, infatti, si respira una sensazione di mutevole nostalgia che sa scuotere la nostra attenzione, senza risultare mai scontata o altrimenti banale. È un gioco continuo tra desideri ed illusioni, tra scelte sbagliate e volontà che non possono essere facilmente scalfite. In essa c'è la testardaggine di due donne che si lasciano trasportare dalla corrente dell'amore e la forza di un legame familiare che esiste ed esisterà sempre. È proprio la familiarità del raccontato ad avermi fatto comunque apprezza scelte e personaggi che, a diverse condizioni, avrei disprezzato senza appello.
E, invece, Luca Bianchini ci conduce attraverso uno spettro molto ampio di colori e sentimenti racchiusi, poi, in un finale che è stato capace di strapparmi un meritato sorriso, come accade nei più attesi dei lieto fine. Ma non vi aspettate paradossali miracoli o fatine triestine munite di bacchetta magica. Nulla di diverso dalla realtà troverete in questo romanzo: quella dura e cinica, inevitabile ed affascinante, infine, sorprendentemente vera.
Bella recensione, complimenti!
RispondiEliminaGrazie mille (e buona lettura)!
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