UN CASO SPECIALE PER LA GHOSTWRITER di Alice Basso
378 pagine | €17.90 cartaceo
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Per Vani le parole sono importanti. Nel modo in cui una persona le sceglie o le usa, Vani sa leggere abitudini, indole, manie. E sa imitarlo. Infatti Vani è una ghostwriter: riempie le pagine bianche di scrittori di ogni genere con storie, articoli, saggi che sembrino scaturiti dalla loro penna. Una capacità innata che le ha permesso di affermarsi nel mondo dell’editoria, non senza un debito di gratitudine nei confronti dell’uomo che, per primo, ha intuito la sua bravura: Enrico Fuschi, il suo capo. Non sempre i rapporti tra i due sono stati idilliaci, ma ora Vani, anche se non vorrebbe ammetterlo, è preoccupata per lui. Da quando si è lasciato sfuggire un progetto importantissimo non si è più fatto vivo: non risponde al telefono, non si presenta agli appuntamenti, nessuno sa dove sia. Enrico è sparito. Vani sa che può chiedere l’aiuto di una sola persona: il commissario Berganza. Dopo tante indagini condotte fianco a fianco, Vani deve ammettere di sentirsi sempre più legata all’uomo che l’ha scelta come collaboratrice della polizia per il suo intuito infallibile. Insieme si mettono sulle tracce di Enrico. Tracce che li porteranno fino a Londra, tra le pagine senza tempo di Lewis Carroll e Arthur Conan Doyle. Passo dopo passo, i due scoprono che Enrico nasconde segreti che mai avrebbero immaginato e, soprattutto, che ha bisogno del loro aiuto. E non solo lui. Vani ha di fronte a sé un ultimo caso da risolvere e fra le mani, dalle unghie rigorosamente smaltate di viola, le vite di tutte le persone cui ha imparato a volere bene.
Mi faccia capire, Basso. Ecco, io vorrei proprio capire come si possa dire (veramente) addio a tutto questo. A libri che sono molto più di una serie letteraria, ad una protagonista che mi è entrata nel cuore (e nella testa) in modo viscerale, a personaggi che si lasciano amare (e odiare) con una facilità disarmante, ad un'ironia così rara da trovare in qualcosa di scritto e resa in un modo così diretto, amabile e pungente da risultare essenzialmente perfetta, vivida, reale. Da un'apertura così accalorata non potrete certamente aspettarvi una recensione come tutte le altre e non lo sarà semplicemente perchè, ad onore di cronaca, Vani Sarca non ha davvero nulla di ordinario.
Ci ritroviamo esattamente al punto finale del precedente romanzo dove qualcosa è stato detto, ma molto altro dovrà essere rivelato. In questo quinto (ed ultimo) episodio assistiamo curiosi a progressivi flashback che ci permetteranno di conoscere un personaggio certamente non facile, scontroso e petulante, odioso in larga parte (nonchè portatore sano di allergie onestamente discutibili) che riuscirà a stupirvi e a lasciare dietro di sè una scia inaspettata di eventi che vi condurrà letteralmente fino alle lacrime. Di chi si tratta? Chi sarà mai il personaggio misterioso? Questa sta a voi scoprirlo. Io posso solo dirvi che leggerlo è stato come attraversare uno specchio di emozioni, nessuna esclusa. Sì, ho riso, tanto. Mi sono emozionata, anche. Sono rimasta senza parole in certe occasioni, mentre in altre ne ho usate alcune variamente colorite. Ho riscoperto personaggi che avevo già bollato con la lettera scarlatta in fronte, alcuni mi hanno piacevolmente stupito, altri ancora si sono confermati in tutta la loro sferzante bellezza, complessità e verità nel modo più autentico, vero e sincero che solo Alice Basso poteva creare con il giusto equilibro tra mistero ed ironia, finzione e verità con quel piccolo retrogusto di sana leggerezza che viene data troppe volte per scontata.
Posso solo aggiungere che la Basso ci ha fregato tutti, per benino. Mentre noi eravamo qui ad arrovellarci testa e fegato per scovare indizi, carpire segreti, trovare evidenze scientifiche che ci avrebbero comunque portate lontane dalle verità, lei se ne stava beata e soddisfatta a sfregarsi mani e gomiti, consapevole di avere oramai tutto ben definito in un quadro narrativo (un po' stronzo, ma geniale) che vi farà uscire fuori di testa. Letteralmente. E quando si parla di testa. Okay, taccio prima di combinare guai.
Qui si chiude il cerchio. Non ci sono post scriptum o scene nascoste dopo i titoli di coda che potrebbero farci sperare in qualcosa di nuovo, inaspettato, diverso. Dobbiamo proprio salutarci, Vani Sarca. Sei stata una parte di me ed anche quella che vorrei. Sei stata una compagna di viaggio straordinaria, irriverente e sfrontata, pungente e geniale. Mi mancherai, teppistella.
Anche a me mancherà. Mancheranno le sue indagini e il suo voler apparire tranquilla e normale 😊 a questo punto confido che la Basso scrive qualcos'altro il prima possibile ☺️☺️
RispondiEliminaNon vedo l'ora di leggere qualcosa della nostra amata Alice!
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