IT di Stephen King
1216 pagine | €18.90 cartaceo
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A Derry, una piccola cittadina del Maine, l'autunno si è annunciato con una pioggia torrenziale. Per un bambino come George Denbrough, ben coperto dal suo impermeabile giallo, il più grande divertimento è seguire la barchetta di carta che gli ha costruito il fratello maggiore Bill. Ma la pioggia è fitta e George rischia di perdere il suo giocattolo, che infatti si infila in un canale di scolo lungo il marciapiede. Cercare di recuperarlo è l'ultimo gesto del bambino: una creatura spaventosa travestita da clown gli strappa un braccio, uccidendolo. A combattere It, il mostro misterioso che prende la forma delle nostre peggiori paure, rimangono Bill e il gruppo di amici con i quali ha fondato il Club dei Perdenti, sette ragazzini capaci di immaginare un mondo senza mostri. Ma It è un nemico implacabile, e per sconfiggerlo i ragazzi devono affrontare prove durissime e rischiare la loro stessa vita. E se l'estate successiva, che li ritrova giovani adulti, sembra quella della sconfitta di It, i Perdenti sanno di dover fare una promessa: qualunque cosa succeda, torneranno a Derry per combattere ancora.
Considerato pietra miliare della letteratura americana (e non solo), IT è la storia di bambini che il destino trasforma improvvisamente in adulti e di adulti che sono chiamati a tornare bambini perchè quello sarà l'unico modo per affrontare la più maestosa delle paure, uniti da un affetto incrollabile che li tiene uniti, malgrado le distanze, da oltre ventisette anni.
Stephen King ha la straordinaria qualità di saper trasformare il male in qualcosa di quasi accettabile, spingendo il lettore ad un punto di tale forza e potenza da renderlo (al tempo stesso) inquietante e irresistibile. Male che, in questo caso, ha il volto di una delle fobie più diffuse nel genere umano: Pennywise, il clown ballerino. IT che si nutre di bambini e della loro leggiadra fantasia e che vive grazie alle loro più segrete paure: le sente, le annusa, le cerca e si trasforma rendendole reali, tangibili e per questo letali. Sarà proprio il Club dei Perdenti (che iniziamo a conoscere nella prima parte del romanzo) a lottare contro ogni sua forma, legati da un'amicizia che non conosce differenze di sesso, di età, razziali o religiose. Raccontando, infatti, la loro infanzia King ripercorre altrettanti spaccati di vita personale e sociale (la perdita violenta del fratello, il bullismo - che, allora, ancora non era conosciuto con questo nome - la violenza familiare, le discriminazioni razziali e religiose) tracciando un quadro coerente e doloroso che accompagna il lettore lungo l'intera narrazione. Un capolavoro che, a mio personalissimo avviso, non presenta difetti o zone d'ombra.
Non esistono parole o classificazioni che possano dare degno merito ad un capolavoro della letteratura internazionale. Perchè IT non è semplicemente un romanzo, IT è molto di più. Mi sono chiesta tante volte (durante e dopo la lettura) se sarei stata in grado di descrivervi appieno la bellezza autentica (e a mio avviso irripetibile) di questo romanzo. Non mi sento all'altezza, non ve lo nascondo. Ho scritto e cancellato righe su righe così tante volte da aver ormai perso il conto, così ho deciso di seguire ancora una volta il mio istinto e di parlarvi a ruota libera di una lettura che non potete assolutamente evitare.
IT vi troverà, prima o poi.
Considerato pietra miliare della letteratura americana (e non solo), IT è la storia di bambini che il destino trasforma improvvisamente in adulti e di adulti che sono chiamati a tornare bambini perchè quello sarà l'unico modo per affrontare la più maestosa delle paure, uniti da un affetto incrollabile che li tiene uniti, malgrado le distanze, da oltre ventisette anni.
Stephen King ha la straordinaria qualità di saper trasformare il male in qualcosa di quasi accettabile, spingendo il lettore ad un punto di tale forza e potenza da renderlo (al tempo stesso) inquietante e irresistibile. Male che, in questo caso, ha il volto di una delle fobie più diffuse nel genere umano: Pennywise, il clown ballerino. IT che si nutre di bambini e della loro leggiadra fantasia e che vive grazie alle loro più segrete paure: le sente, le annusa, le cerca e si trasforma rendendole reali, tangibili e per questo letali. Sarà proprio il Club dei Perdenti (che iniziamo a conoscere nella prima parte del romanzo) a lottare contro ogni sua forma, legati da un'amicizia che non conosce differenze di sesso, di età, razziali o religiose. Raccontando, infatti, la loro infanzia King ripercorre altrettanti spaccati di vita personale e sociale (la perdita violenta del fratello, il bullismo - che, allora, ancora non era conosciuto con questo nome - la violenza familiare, le discriminazioni razziali e religiose) tracciando un quadro coerente e doloroso che accompagna il lettore lungo l'intera narrazione. Un capolavoro che, a mio personalissimo avviso, non presenta difetti o zone d'ombra.
L'uso dei flashback, ad esempio, permettono al passato e al presente di intrecciarsi alla perfezione creando, in questo modo, un legame profondo, cristallino ed evidente fino al suo inevitabile epilogo. Le scelte stilistiche adottate in tal senso da Stephen King sembrano, a prima vista, quasi interrompere il naturale evolversi della narrazione, ma non fanno altro che stuzzicare la curiosità del lettore rendendola ancora più vorace e feroce, senza mai sentire il peso delle pagine che lo separano dalla parola fine. Ma non posso parlarvi di IT senza citare una sua importante componente che, giusto per non incorrere in fraintendimenti, è anche quella che mi sta più a cuore: la paura. Ebbene, Stephen King sa regalare in queste pagine attimi di terrore, ansia e inquietudine che non hanno eguali proprio grazie ad uno stile unico ed originale, difficilmente paragonabile ad altri. Non che non ci abbiano provato.
Negli anni molti hanno tentato questa strada, ma è proprio leggendo IT che ci si rende immediatamente conto di come questo sia francamente impossibile. Le descrizioni, ad esempio, giocano un ruolo fondamentale riuscendo a conferire accenti e musicalità alla narrazione, interrompendola anche bruscamente, per poi riprenderla proprio lì, nel punto esatto in cui era stata interrotta. E questo è tutt'altro che snervante, credetemi. Sono descrizioni così intense e tangibili tali da sovrastare ogni concetto di realtà o razionalità. Ogni quadro raccontato sembra prendere improvvisamente vita, ogni emozione diventa tua, ogni scena sa coglierti impreparato davanti ad un presente così reale da farti quasi male. Non sono una lettrice facilmente impressionabile, ma ci sono state occasioni in cui mi sono dovuta fermare, prendere fiato e fissare un punto preciso davanti a me in modo da realizzare che tutto quello che stavo vedendo con i miei occhi era soltanto frutto solo della mia fervente immaginazione. Ed eccovi spiegata la grandezza di Stephen King e di un romanzo non potete assolutamente perdere.
Quindi, per concludere una recensione che non mi aspettavo potesse diventare così imponente, non fate come me, non perdete ulteriore tempo e lasciatevi travolgere da una lettura che non dimenticherete mai.
[stanno stretti sotto i letti sette spettri a denti stretti]
Intanto l'ho preso... Leggendo la tua recensione mi verrebbe voglia di iniziarlo subito,ma la mole mi spaventa!
RispondiEliminaMi riprometto però di leggerlo presto...
😍
Oh ❤️ ne sono felice, davvero. Guarda la mole ha frenato a lungo anche me (e per chi ha un blog stare settimane dietro ad un solo libro è deleterio) però mi sono impuntata e ho trovato una lettura che consiglierei a chiunque. Ecco magari da evitare a chi ha lo stomaco debole e ai coulrofobici!
EliminaMa sai che non ho mai letto un libro di King, eppure ho visto molti film tratti dai suoi libri e mi sono piaciuti.
RispondiEliminaSe ti sono piaciuti i film, non ti resta che leggere i libri.
EliminaCosa stai aspettando?