PET SEMATARY di Stephen King
422 pagine | 19.90€ cartaceo
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Il dottor Louis Creed ha appena accettato l'incarico di direttore sanitario dell'Università del Maine, e con un certo entusiasmo: posizione di prestigio, magnifica villa di campagna dove Eileen e Gage, i suoi bambini, possono crescere tranquilli, vicini gentili e generosi in una cittadina idilliaca lontana dal caos metropolitano. Persino Winston Churchill, detto Church, il loro pigro e inseparabile gattone, sembra subito godere dei vantaggi della nuova situazione. Ben presto, però, la serena esistenza dei Creed viene sconvolta da una serie di episodi inquietanti: piccoli incidenti inspiegabili che coinvolgono i bambini, pericolosi e giganteschi camion che sfrecciano sulla superstrada proprio sotto casa Creed, incontri diabolicamente sorprendenti e, soprattutto, sogni. Sogni oscuri e terribilmente realistici che perseguitano Louis da quando ha visitato il Pet Sematary, il cimitero dove i ragazzi di Ludlow seppelliscono da sempre i loro animali domestici. Ufficialmente. Perché oltre quella radura, nascosto tra gli alberi, c'è un altro terreno di sepoltura, ben più terrificante. Un luogo carico di presagi e di richiami, spaventosi quanto irresistibili, provenienti da un altro mondo. Un luogo dove al dottor Creed toccherà una scoperta raggelante: a volte è meglio essere morti.
Questo almeno è quello che viene raccontato agli stranieri. Perché oltre quella curiosa radura, superata una catasta di alberi disposti con malcelata cura, ecco celarsi un altro luogo di sepoltura che porta con sé credenze popolari, lontane leggende e culti religiosi oramai dimenticati. Si possono percepire voci, suoni ed echi di risate, luci improvvise in grado di condurre ogni uomo alla pazzia.
Quello che King ci racconta ed affronta nelle pagine di un romanzo diventato oramai un classico della letteratura horror è un tema che per molti risulta (ancora oggi) essere un vero e proprio tabù. Pet Semetary - attraverso una scrittura audace e scorrevole - parla della morte e delle sue inevitabili conseguenze. E King lo fa a suo modo, racchiudendo macabro e mistero in una storia capace di coinvolgere il lettore fin dalle prime pagine, costringendolo in una morsa affascinante di terrore misto ad umana curiosità che (credetemi) non mollerà facilmente la presa. E siamo noi lettori a non voler abbandonare quelle stesse pagine che ci lasceranno con l'acqua alla gola, inermi, soggiogati ed incoscienti.
Ci sono vari spunti di riflessione che riecheggiano forti durante la lettura e non sta a me - in questo contesto - farli venire alla luce perché nella scoperta si racchiude il gioco seducente di Stephen King. Proseguendo con la lettura ci rendiamo presto conto come il concetto di morte possa essere affrontato in modo diametralmente opposto da ognuno di noi e ogni personaggio adotta un comportamento che non possiamo che comprendere ed accettare se non giustificare fino all'atto finale. Assistiamo alla completa negazione di alcuni come se la morte non esistesse, come se non fosse un fatto inevitabile quanto naturale. Vediamo in altri, invece, la paura dell'abbandono. Il terrore negli occhi e nel cuore di chi non si arrende dinanzi all'evidenza, di chi combatte nonostante tutto e di chi mette a repentaglio molto più di una vita per un egoismo che non riusciremo mai a condannare.
Ho amato tutto di questo romanzo: audace in alcune parti, terrificante in altre. Si costruisce attorno ad un risvolto psicologico che si apre a mille e più sfaccettature ed il ritmo sa adeguarsi perfettamente ad ogni cambiamento. La trama risulta essere affabile ed affascinate sfiorando quelle corde che conducono verso un desiderio di sapere e conoscere pur avendo tra le mani più di un indizio di come sarà il tanto atteso epilogo. Le descrizioni tornano ad essere fiore all'occhiello dell'intera narrazione: vivide, forti e potenti si piazzano davanti ai nostri occhi creando un quadro narrativo intricato ed incantevole.
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