LA PAZIENTE SILENZIOSA di Alex Michaelides
340 pagine | 18.00€ cartaceo
Einaudi | Link Affiliato Amazon
Recensioni entusiastiche, commenti che rasentavano la perfezione, una lettura irrinunciabile. Parlavano di un thriller psicologico perfetto, catartico, intenso e imprevedibile (proprio quelli che piacciono a me): come potevo non leggerlo? Eppure le basi di una buona riuscita - almeno all'inizio - c'erano proprio tutte!
Alice Berenson, famosa pittrice di successo, viene accusata dell'omicidio del marito in un raptus a cui nessuno riesce a dare spiegazione. Ad aggravare il mistero attorno alla morte improvvisa e violenta di Gabriel, Alice cade immediatamente in un silenzio ostinato decidendo, quindi, di non difendersi al suo stesso processo. A voler aiutare Alice - oramai caduta in un baratro oscuro senza apparente via d'uscita - è lo psicologo Theo Faber. L'uomo - con un passato sorprendentemente comune a quello della sua paziente - lascia il suo lavoro per entrare nell'equipe del Grove Hospital dove è ricoverata la donna. Lì inizierà la sua missione per riportare Alice alla luce, per ridarle finalmente quella voce che tutti credono oramai perduta. Accattivante, direte voi. Certo, l'ho pensato anche io, eppure mi sono ritrovata a scuotere la testa in più di un'occasione. I motivi sono stati prevalentemente due: lo stile narrativo e quella sorpresa finale che (purtroppo) è mancata!
Se da una parte mi sono lasciata trasportare da una storia che sa stuzzicare il lettore al momento e nei punti giusti; dall'altra, invece, mi sono scontrata con una scrittura notevolmente lineare, a tratti quasi semplicistica che mal si allinea al genere narrativo in questione. Mi spiego meglio. Per il mio gusto personale un buon romanzo thriller deve essere in grado di confondere il lettore. Confusione che non riguarda unicamente il groviglio della trama, ma deve partire proprio dallo stile capace di regalare sempre quella sensazione di profonda inquietudine ed incertezza. Anche dal profilo psicologico mi aspettavo qualcosa di diverso: se togliamo il personaggio di Alicia e - in modo particolare - la lettura dei suoi diari non sono riuscita a cogliere quella profondità mentale in grado di sconvolgere e portare il giusto tocco di pepe all'impianto narrativo. Che peccato.
La delusione credo sia palpabile, eppure rimane un romanzo godibile e con aspetti positivi che - al netto dei dettagli mancanti - ho anche apprezzato. Si legge in modo piacevolmente scorrevole e sa coinvolgere il lettore, il personaggio di Alicia è ben strutturato e - a differenza di Theo - dona al lettore quel pizzico di mistero che tanto ci piace scovare in romanzi del genere in questione.
Diciamo che è bravo, ma non si applica. A conti fatti, senza tutte quelle radiose aspettative (forse) sarei riuscita ad apprezzare di più un romanzo che sembra aver messo d'accordo praticamente tutti.
Credevo gli assegnassi una stellina in più. Il romanzo però mi incuriosisce, e vedrò di leggerlo anche io il prima possibile 😊😊
RispondiEliminaTi assicuro che anche io credevo di dare molto di più a questo romanzo :(
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