I VENTI DI SABBIA di Kristin Hannah
444 pagine | €21,00 cartaceo
Mondadori | Link Affiliato Amazon
Texas, 1934. Milioni di persone sono rimaste senza lavoro e la siccità ha distrutto le Grandi Pianure. Gli agricoltori stanno combattendo per non perdere le loro terre e la loro fonte di sostentamento, dal momento che le coltivazioni avvizziscono irrimediabilmente, l'acqua si sta prosciugando e le tempeste di polvere e sabbia minacciano di seppellirli tutti. Uno dei periodi più bui della Grande Depressione, l'era del Dust Bowl, è arrivato come un'implacabile vendetta. In questo tempo incerto e pericoloso, Elsa Martinelli, una donna e madre coraggiosa, cerca in tutti i modi di salvare la sua famiglia e la fattoria dove vive, l'unica vera casa che abbia mai avuto. A un certo punto, però, come tanti suoi vicini, è costretta a fare una scelta angosciosa: continuare a combattere per la terra che ama o andare a ovest, in California, alla ricerca di una vita migliore. Per dare un futuro ai suoi figli decide di partire, ma il viaggio è estenuante e difficile, e l'arrivo ancora di più: la situazione in California non è così facile come Elsa credeva. Ampi e abbaglianti), i campi senza grano delle Grandi Pianure prendono vita in questo romanzo che è una parabola di difficoltà e nuovi inizi e al tempo stesso la narrazione epica del fallimento di un sogno, ora più che mai emblematico, e della speranza che ciononostante non viene mai meno. "I venti di sabbia" è un ritratto dell'America e del Sogno Americano, visto attraverso gli occhi di una donna indomabile il cui coraggio e sacrificio arriveranno a definire una generazione.
Ritrovare Kristin Hannah per me è oramai una certezza. Dopo averla scoperta con L'Usignolo e aver versato fiumi di lacrime con Il grande inverno, acquistare il suo nuovo romanzo ad un paio di giorni dall'uscita è stata una scelta inevitabile, quasi scontata. Perchè amo così tanto questa scrittrice che mi trovo a consigliare in ogni parte del globo cibernetico? Perché Kristin Hannah colpisce direttamente al cuore del lettore senza alcuna possibilità di appello. Porta nero su bianco storie affascinanti e ricche di pathos dove è l'emozione umana più fragile e disperata ad essere la vera protagonista. Mette in scena istantanee di vita che si affacciano su episodi storici in grado di cambiare il volto della società moderna per sempre.
Nella sua famiglia si era vergognata di non essere bella, di non essere sposabile.
Aveva permesso a quella vergogna di diventare parte di lei,
Con il termine dust bowl vengono indicate una serie di tempeste di sabbia che colpirono gli Stati Uniti centrali a metà degli anni '30 distruggendo intere coltivazioni, riducendo quelle terre fertili in uno sconfinato orizzonte arido e senza vita, così condannando tantissime famiglie contadine ad un' esistenza fatta di stenti, di povertà e di emigrazione. Ed è proprio in questo contesto che conosciamo Elsinore Wolcott. Elsa - cresciuta in una famiglia benestante tutta apparenza e merletti - è diventata donna con addosso la persistente vergogna di essere brutta e indesiderabile, rifiutata anche da chi avrebbe dovuto proteggerla. Schernita e derisa nella sua stessa casa, trova un coraggio inaspettato incrociando gli occhi di Raffaello Martinelli, un giovane contadino italiano forgiato dalla terra e da una voglia di libertà folle per quanto testarda. Un incontro sfuggente e inconfessabile che cambierà la sua vita per sempre. Ma saranno proprio quelle tempeste a mettere alla prova, dopo anni di quiete, il coraggio assopito della donna che, in un moto di orgoglio inatteso, abbandona ogni sua piccola certezza per dare un futuro migliore ai suoi figli e strapparli ad una condanna certa. Quel futuro si chiama California.
Kristin Hannah affronta una delle pagine socialmente più difficili della storia moderna americana: la discriminazione e la violenza, la povertà estrema e le continue umiliazioni subite da chi cercava solo di raggiungere quella tanto decantata felicità e che ora - in una terra lontana ben diversa da quella promessa - veniva additato, giudicato, condannato e allontanato come un peso sociale, diverso e straniero, eppure americano. Sono emozioni così contrastanti che colpiscono in modo inevitabile per la loro forza, spregiudicatezza e dolore. È l'amore il motore propulsivo di tutta la storia, ma non lo è mai in modo plateale o scontato. Viene osteggiato, criticato o messo a tacere, quasi non fosse meritato o togliesse ossigeno alla propria libertà. È quel sentimento che non si vede, ma non ti molla un solo instante. Quel calore che arrivi quasi a rifiutare, ma che non si allontana mai, non chiede nulla in cambio, fiero e testardo come solo una madre può essere.
Non posso nascondervi che - rispetto ai suoi precedenti romanzi - ho fatto un po' di fatica con la parte centrale. Descrizioni dettagliate più del dovuto, alcune ripetizioni che avrei evitato e un ritmo che parte un po' a diesel mi hanno messo alla prova, eppure anche lì ho ritrovato elementi della scrittura della Hannah che mi avevano colpito e affondato la prima volta (e anche la seconda). La struttura linguistica è forte, determinata e coinvolgente. Sa affascinare il lettore, riuscendo a renderlo parte della storia senza particolari difficoltà. Poi, arriva implacabile quel finale che per me rappresenta il colpo di grazia.
Il libro in una mano, un pacco di fazzoletti nell'altra.
Un'istantanea di lettura magari non bellissima (e non vi ho detto nemmeno delle smorfie da pianto ininterrotto), ma che rende abbastanza bene l'idea dell'emozione che scaturisce da una lettura piena, totalizzante, corposa e godibile. Non sono mancate alcune macchie, forse una manciata di pagine potevano essere sfoltite, ma il risultato finale è proprio quello che mi aspettavo: un pizzico di mai una gioia (perchè noi siamo realisti fino in fondo) e quella valanga di emozioni che non si trattengono e ti colpiscono in pieno, senza mai tirarsi indietro.
Io l ho letto in pochi giorni... Devo dire che mi è piaciuto moltissimo... Molto commovente
RispondiEliminaVero, commovente nella sua semplicità. Fin dall'inizio, in effetti. Già l'entrata in scena di Elsa mi aveva stretto il cuore.
Elimina