[ RECENSIONE ] Anna Bolena L'ossessione del re di Alison Weir

ANNA BOLENA L'OSSESSIONE DEL RE di Alison Weir
574 pagine | €19.00 cartaceo

Anna nasce nel 1501 nel castello di famiglia di Hever, nella verde campagna del Kent, e qui trascorre l’infanzia con la sorella Mary – che diventerà l’amante di Enrico VIII e gli darà un figlio – e il diletto fratello George. A Hever la fanciulla riceve l’educazione convenzionale per una gentildonna del suo ceto. Cresciuta, Anna diventa la dama di compagnia di Caterina, la moglie del re, la «buona» regina. Ma quando, nella primavera del 1526, il cardinale Wolsey la presenta al sovrano, Enrico è fulminato dalla sua bellezza insolita, dallo sguardo fiero e malizioso. Da quel momento è un susseguirsi di avvenimenti che cambieranno la storia d’Inghilterra: Enrico è ossessionato da quella giovane donna, ma lei rifiuta le sue avances. Il re scalpita, non dorme più. Gli è chiaro: se la vuole, dovrà sposarla. Ma prima dovrà liberarsi della moglie, ricorrere a Roma, ottenere un annullamento. Nel giugno 1533, Anne è incoronata regina. Ma il suo regno avrà vita breve, giacché Enrico impiegherà meno di tre anni a stufarsi di lei e a cercare un modo per sbarazzarsi della sua ingombrante presenza.


Conosciamo davvero la figura storica di Anna Bolena? Rispondo io, probabilmente no. Senza dubbio la sua parte femminile ha sempre destato un'evidente curiosità - quasi ostinata da certi punti di vista - che si è, poi, trasformata in pettegolezzo e negli inevitabili sentito dire che sono diventati, purtroppo, parte integrante della sua storia. Di lei ci hanno parlato i libri di storia e ancora romanzi e saggi non sempre troppo autorevoli, per non parlare della moltitudine di pellicole cinematografiche e televisive che si sono letteralmente sfamate di quella parte così sfacciatamente sensuale di Anna Bolena preferendola ad una reale coerenza storica oggettivamente più banale e meno accattivante. Perchè Anna è stata molto più di quello che ci è stato raccontato e anche molto meno di quello che ci hanno voluto far credere.

Quello che Alison Weir ci propone in questo secondo romanzo della serie dedicata alle sei mogli di Enrico VIII è un ritratto storicamente fedele, preciso e molto dettagliato, anche particolarmente critico di Anna Bolena. Parlare di lei come una donna di facili costumi sarebbe facile, ma - soprattutto - assolutamente fuorviante. In realtà, conosciamo una ragazza moderna, intraprendente e ben lontana dai soliti schemi imposti dall'epoca e dai palazzi più alla moda. Una giovane affascinata da pensieri progressisti che ben poche altre donne (anche più mature) avevano il coraggio di immaginare, figuriamoci di pronunciare ad alta voce.  Una ragazza curiosa e frizzante che divenne presto una donna consapevole del suo incredibile fascino eppure sempre fedele ad una moralità salda e irrinunciabile. E anche davanti all'ossessione folle dell'uomo più potente d'Inghilterra Anna non arretrerà di un passo, sfruttando la scontata debolezza maschile di Enrico a suo completo piacimento. Un'ascesa insperata quella della nuova regina inglese che segnerà anche l'inizio di una parabola discendente senza freni capace di portarla tra le braccia di un destino già scritto, inevitabile.

Ancora una volta, Alison Weir ci regala un romanzo che scorre sotto i nostri occhi con una facilità disarmante, in grado di parlare non soltanto attraverso le sue parole, ma anche con immagini chiare, nitide, quasi tangibili sotto molti aspetti. Sembra quasi di essere lì, alla corte inglese, al centro esatto di un quadro evocativo fatto di intrighi, tradimenti, silenzi e sotterfugi. E anche qui, avrete modo di appurarlo, la figura di Enrico è quanto mai pessima. Un uomo piccolo, guidato esclusivamente dai propri blandi e volubili interessi, poco più di un bambino viziato che stufo del giocattolo nuovo se ne disfa senza dire una parola, in modo meschino e subdolo, voltandogli le spalle e lasciando ad altri il lavoro sporco.

Alison Weir racconta Anna Bolena senza particolari filtri. Non un personaggio facile da affrontare, senza dubbio ben lontano dal consenso popolare, eppure una donna che è stata capace di segnare le sorti della storia inglese. Una femmina (passatemi questo termine, ma sa rendere l'idea) che è stata capace di tenere un pugno l'uomo più potente d'Inghilterra e con lui una nazione intera. E in questo quadro completo mi sono trovata ad essere coinvolta totalmente in ogni sua parte. Soprattutto in quella finale. Proprio lì dove Anna Bolena è solo un pallido riflesso di quello che è stata: consumata dalla frustrazione, da quel mancato affetto che sperava di ottenere, messa costantemente a paragone con Caterina, prima, e Maria, poi. Incapace di reagire, si trova ad essere letteralmente divorata da un odio feroce che mai avrebbe pensato di provare e di cui si pentirà con ogni fibra del suo corpo solo in quegli ultimi strazianti attimi finali.

Ed è proprio questa parte, quella conclusiva, ad avermi lasciato addosso un peso nel cuore difficile da descrivere. Esattamente là dove viene riversato il dolore più profondo di Anna, ora sola e abbandonata ad un destino senza appello scavato nella menzogna più meschina. Una condanna che pesa come un macigno firmata proprio da coloro che avrebbero dovuto proteggerla e amarla, almeno per il più banale senso di gratitudine. E, invece, Anna viene infangata nel peggiore dei modi, distruggendo in un attimo quella stessa sacra reputazione lei aveva difeso così strenuamente per una vita intera, privata di ogni conforto, una fornicatrice senza macchia e una traditrice senza alcuna colpa. È straziante accompagnarla in quelle ultime pagine, talmente intime da riuscire a sentire il suo pianto strozzato misto ad una paura quasi animale, incontrollabile ma che Anna abbraccia con un coraggio incredibile, a testa alta. 

Sì, questo romanzo mi ha sorpresa e conquistata in ogni sua parte perchè a sorprendermi - in primo luogo - è stata proprio Anna Bolena. Ero partita con una mia personalissima idea formata su basi chiaramente falsate (diffidare sempre o quasi dalle serie televisive storiche) e ne sono uscita con un personaggio controverso e complesso, fragile e folle, intenso e moderno. Una figura femminile che merita di essere riconosciuta e riabilitata da chi legge e da chi la storia continua a scriverla. 

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