IL CIELO NON HA CATENE di Ruta Sepetys
283 pagine | €18.60 cartaceo
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Occhi grigi e capelli spettinati, Cristian ha diciassette anni, ascolta musica rock e legge poesia. È stato suo nonno a insegnargli il valore delle parole e a incoraggiarlo a seguire le proprie passioni. Anche quando è difficile. Anche quando è proibito. Perché Cristian vive nella Bucarest del 1989. Sono tempi duri per chi, come lui, sogna la libertà. Per chi crede in un avvenire diverso, ma è costretto in un paese apparentemente senza fu - turo. Per questo Cristian denuncia nel suo diario i soprusi del regime di Ceaușescu cui assiste ogni giorno. Ma quando la polizia segreta lo convoca e minaccia la sua famiglia, il ragazzo è costretto ad andare contro ogni sua convinzione e accetta di diventare una spia. Purtroppo, è ben consapevole di che cosa significhi ostacolare pubblicamente un dittatore. Sa di essere circondato da persone pronte a tutto per entrare nelle grazie del governo. Non può fidarsi di nessuno, nemmeno dell’intelligente Liliana, che, sotto una lunga frangia, nasconde occhi grandi e dolci. Soltanto lui può salvare le persone cha ama. Ma a modo suo, cercando di seguire gli insegnamenti del nonno e senza perdere la propria integrità. Perché l’inverno sta volgendo al termine e per le strade di Bucarest si sussurrano parole di libertà. E Cristian non può che rispondere all’appello. Anche se significa mettere a repentaglio la propria vita.
Normalmente non mi piace iniziare una recensione partendo dalla fine. E non sarebbe nemmeno giusto, sapete? Scrivere ' dovete assolutamente leggerlo' è un po' come gettare l'esca e lasciarla lì in attesa della preda perfetta. Okay, forse il paragone non suona così bene, però, dai, siamo lettori forti, di quelli anche cortesemente puntigliosi, che non si accontentano facilmente e, quindi, abbiamo bisogno di qualcosa in più, quel quid che ci faccia scegliere proprio quel libro in mezzo a tanti, ma davvero tanti altri. E se, nel caso specifico, quel libro fosse proprio l'ultimo romanzo di Ruta Sepetys non sarebbe una coincidenza pazzesca?
Si parla di regimi, di genocidi, di soppressione, di calpestare anche il più banale dei diritti umani. Si racconta della dittatura nella sua chiave più moderna. Quella che al di fuori dei confini nazionali non viene mai palesata perchè il suo leader è sorridente, si mette in posa, stringe la mano, si lascia immortalare in situazioni leggere, naturali, assolutamente normali che nulla potrebbero mai far pensare al vero male che spesso si nasconde dietro una mano tesa o un sorriso messo in prima fila davanti ai mass media. Andando più a fondo, spostando quella cortina di ignoranza di cui siamo consapevoli, si potrebbe facilmente scorgere il marcio e l'oscurità più impensabile fatto di dolore, di repressione e sofferenza senza alcuna distinzione tra uomini, donne, ragazzi e bambini.
Non sono il tipo da young-adult. E molte volte un personaggio così giovane si è rivelato essere un deterrente davvero ostico, un punto debole difficile da non prendere in considerazione. Qui, invece, è accaduto esattamente il contrario. Cristian è la voce inascoltata di uno che unita a tante altre si trasforma in un urlo che non può essere più evitato. Un ragazzo coraggioso, ribelle, ma anche sfrontato e senza particolari filtri. Cerca la verità, non si accontenta di quello che la propaganda racconta. Ascolta quei sussurri che arrivano illegali dall'esterno e comprende che qualcosa sta accadendo, che qualcosa di inaspettato è in movimento e che tutto può essere cambiato. Un inno alla libertà, di speranza, di legalità, di diritti umani che non possono essere calpestati. Un romanzo che racconta e affronta la storia di un passato recente, ma che non si discosta poi molto dalla realtà di oggi.
Ringrazio la casa editrice per la copia cartacea del romanzo
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